Pensione anticipata 2024 con Opzione Donna: Dedicata a tre categorie di lavoratrici, sempre con 35 anni di contributi ma con 61 anni di età e fino a due anni di sconto.

Il governo nella Legge di Bilancio ha fatto un passo indietro rispetto alle prime bozze di Manovra che avvicinavano lo strumento all’APE Sociale e, più sbrigativamente, ha liquidato la questione con una riproposizione dell’edizione 2023 che aumenta di un anno il requisito anagrafico e conferma gli sconti previsti.

Nella Legge di Bilancio 2024 torna anche Opzione Donna, alle stesse condizioni dell’anno scorso e con lo svantaggio di richiedere un anno in più: si uscirà a 61 anni.

Requisiti opzione Donna

Il requisito contributivo è pari a 35 anni, quello anagrafico sale a 61 anni, con un anno in meno per le dipendenti o licenziate di aziende in crisi con tavoli aperti (a cui è richiesta un’età di 60 anni). Resta anche lo sconto di un anno per chi ha un figlio (esce a 60 anni) e fino a due anni per chi ha due o più figli (esce a 59 anni).

Chi può andare in pensione con i vecchi requisiti?

In base alle regole 2023, l’Opzione Donna richiede 35 anni di contributi e 60 anni di età entro il 31 dicembre 2022, con uno sconto di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni, e l’appartenenza a una delle seguenti tre categorie: caregiver, disabilità pari almeno al 75%, disoccupate o occupate in aziende con tavoli di crisi aperti.

Chi ha maturato questi requisiti entro lo scorso anno potrà ancora esercitare il diritto ad uscire con la precedente Opzione Donna, anche in futuro (60 anni di età).

Chi ha invece maturato i 35 anni di contributi e 58 o 59 anni di età, rispettivamente per dipendenti e autonome, entro il 31 dicembre 2021, può andare in pensione con l’Opzione Donna con le vecchie regole.

Categorie limitate

Opzione donna resta limitata per le rispettive categorie di beneficiari: inabili al 74%, esuberi da aziende con tavoli di crisi, e caregiver familiari.

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